Dalla sperimentazione educativa, assistenziale, formativa e riabilitativa della Coop. C.H.V. nell'ambito del Servizio Formativo all'Autonomia (SFA) per l'Integrazione Sociale "Percorsincrociati" nasce e sviluppa nel 1998 “Chi è dentro, è dentro... e chi è fuori?” soluzione progettuale avanzata di impresa sociale sempre nell’ottica dell’inclusione sociale e della ricostruzione delle cittadinanze dei più fragili. Il progetto, dalle spiccate caratteristiche produttive e socio-culturali, attualmente prevede la gestione congiunta dei Giardini Pubblici Gina Bianchi di Suzzara e, dal 2005, del Parco Florida di Pegognaga mediante il coinvolgimento progettuale ed operativo di circa 60 giovani/studenti, 20 adulti e diverse agenzie sociali/culturali del territorio mantovano. Accanto alla gestione dei bar e delle aree verdi spicca l’attivazione di Sconfinart, rassegna di concerti internazionali di musica etnica e di qualificati eventi culturali.

Presentazione di Cayo Delegati coordinatore dello SFA "Percorsincorciati" e del CSE "Zén-Zero"
Chi è dentro è dentro e chi è fuori è fuori… recitava una vecchia cantilena.
“Cipa” gridavamo da bambini, girati di spalle, con la testa nascosta tra le braccia.
“Nascondino” credo sia per tutti.
Il tempo era scaduto.
Ognuno era avvertito dell’imminente rischio d’essere sorpreso in campo aperto privo di alcuna protezione.
Per l’appunto: là fuori.
L’attimo dopo tra i fuggitivi, sguardi silenziosi e corpi incerti a cercare disperate alleanze. Quasi a voler dire che, prima o poi, il pericolo, la paura, la contrarietà ci braccano tutti. E che da soli nella vita non si va troppo lontano.
Chi è fuori è fuori.
Niente da fare.
Nessuna deroga o davvero poche e casuali, specie per chi è stato beccato in flagrante dal destino.
Eppure basterebbe essere sfiorati con la mano da un bambino in corsa.
Lo so, purtroppo è così solo nel gioco.
Ma anche nel gioco il guardiano ti marca inesorabilmente e, là fuori, nei pressi di un prigioniero, il rischio aumenta per chiunque.
Così è sempre difficile liberare qualcuno o essere liberati.
Da grandi, anche liberare se stessi, è un casino.
Questione di stereotipi mentali, di educazione infantile - famigliare e scolastica - di storia personale, di cultura, di morale e di tanto altro ancora.
Eh sì, per chi è “fuori”, spesso i guai cominciano sin da piccolo.
Questione di destini peggiori, di leggi ingiuste, di sterilità sociale.
Questione di personali impotenze umane … e collettive prepotenze.
Quasi mai si tratta esclusivamente di geografia genetica.
Fuori: avverbio di luogo.
Così da solo però non basta.
Occorre trovare qualche altro indizio per regalare un senso compiuto ai nostri pensieri.
Che altro mai avremmo potuto fare per migliorare le nostre e altrui biografie?
Non so… forse di più.
Per ora teniamoci stretto quel poco che abbiamo costruito faticosamente insieme a tutti voi in tutti questi 15 anni, in questi tempi già difenderlo è una vera impresa.
“Chi è dentro è dentro… e chi è fuori?” allora è stata e continua ad essere una delle storie individuali di tante persone, ma anche una bella storia collettiva…
Si, prima di pochi, poi di molti … un sentiero sconnesso e scomposto, un percorso mai lineare da tratteggiare fianco a fianco, una traiettoria incerta a tratti intensamente “comune”, che voleva recuperare le emozioni, i sogni, le speranze, le incapacità, le incertezze, riallacciare in qualche modo quei fili invisibili che legano gli uni, fragili, agli altri, più solidi, dentro le trame della stessa comunità.
Perché non tutto è disabilità, mai…
Non tutto è sconfitta e resa preventiva, no, neanche là, dove vivere con dignità appare – ed è – davvero difficile e ogni cosa diventa un rebus apparentemente irrisolvibile...
(Luglio 2012)